Esce oggi, 3 maggio 2024, per Meltemi, il secondo volume collettivo di Filosofia de Logu, a cura di Federica Pau e Gianpaolo Cherchi. Tredici autori e autrici, 330 pagine, una notevole varietà di temi. Un’opera che, seguendo il percorso tracciato col primo volume del 2021, intende sollecitare la riflessione e il dibattito, in Sardegna e sulla Sardegna, ma non solo.
Attraverso le lenti di diverse discipline, viene affrontata una notevole ed eterogenea gamma di ambiti teorici e di studio. Del resto, l’interdisciplinarità e l’intersezionalità sono due approcci metodologici e direi epistemologici su cui Filosofia de Logu in qualche modo si fonda fin dalla sua nascita.
Il pubblico di riferimento è inevitabilmente, in primo luogo, quello degli studi e della ricerca, ma senza rinunciare a coinvolgere chiunque sia interessato/a ai diversi ambiti teorici toccati e ai singoli temi trattati.
L’opera, nel suo insieme, mostra una sorta di coerenza interna solo in parte volontaria. Lo dico per averlo constatato a cose fatte. Non c’è stato alcun accordo, tra chi ha deciso di partecipare a questo lavoro, sugli argomenti e sui modi di trattarli. Come anche nel caso del primo libro, è stato piuttosto il contesto, sono stati gli stimoli esterni e le circostanze, oltre a una sensibilità evidentemente condivisa, a fare in modo che i saggi contenuti nel volume possano suonare in qualche modo connessi uno con l’altro.
Va riconosciuto il complesso lavoro di curatela e coordinamento svolto da Federica Pau e Gianpaolo Cherchi, a loro volta membri attivi di FdL. E va segnalato che tutti i saggi sono stati sottoposti a una peer review anonima.
Il mio contributo si intitola Per una storia dei movimenti e delle culture
popolari in Sardegna ed è una sorta di excursus sugli ultimi due secoli focalizzato sulla connessione tra i momenti di protagonismo popolare, le stagioni di mobilitazione e ribellione sociale, e la produzione culturale coeva, specie quella emergente dai ceti subalterni. Che poi, nella Sardegna contemporanea, significa perlopiù la grande maggioranza della popolazione isolana.
Non è una ricostruzione esaustiva, data anche la carenza di ricerche e pubblicazioni in materia e ancora di più dato il taglio con cui tali oggetti di studio sono stati trattati dalla storiografia sarda. È più un tentativo di assegnare a processi e fenomeni sociali di questi due secoli la loro giusta dimensione e la loro più corretta rilevanza, onde sollecitarne una più profonda conoscenza. Del resto, non si tratta di rievocare un passato ormai inattuale, bensì di trovare una chiave di lettura più appropriata per fenomeni ancora in corso.
L’intento del saggio, come quello dell’intera opera collettiva, non è dunque di fornire risposte più o meno definitive, quanto quello di aprire un confronto e rilanciare la ricerca su basi il più possibile libere e scevre di bias cognitivi e pregiudizi. Un invito alla decolonizzazione del pensiero, appunto. A cominciare dal problema stesso di cosa si intenda per “decolonizzare” e per “approccio post e de-coloniale” in Sardegna.
In questo senso, saranno benaccette e sicuramente utili tanto le ulteriori estensioni delle tematiche toccate quanto le obiezioni e le critiche argomentate. Il primo libro ha lasciato un certo segno, ma sotto traccia, in termini e modi poco visibili ai più. Poco dibattito pubblico, insomma, a parte quello sollecitato da FdL medesima nei suoi spazi e nelle sue reti di relazioni. Confidiamo che la discussione cresca e diventi più aperta e, appunto, pubblica, rivolta alla comunità.
La scarsissima conoscenza storica e la bassa consapevolezza teorica, sociale, politica sulle radici dei problemi strutturali dell’isola sono uno dei fattori decisivi della nostra condizione deficitaria. Rompere lo schermo di mistificazioni e di stereotipi – compresi quelli “identitari” – che oscurano la visuale sul nostro presente e sul nostro passato è uno degli scopi principali di FdL, a cui questo secondo libro intende fornire un’ulteriore, robusta base argomentativa.
La promozione del volume e le sue presentazioni cominceranno presto. Ne daremo conto su tutti i canali informativi di FdL e in quelli personali delle autrici e degli autori. Domande, osservazioni e critiche saranno accolte volentieri anche qui, specie riguardo al mio contributo; ovviamente a patto di rispettare le regole di questo spazio.