La (scarsa) fantasia al potere e la dimensione morale delle istituzioni sarde

Questo è uno screenshot, scordatevi che ve lo linki qui.

L’Assessorato al lavoro annuncia in pompa magna il nuovo sito istituzionale dedicato all’emigrazione. Per farlo, vede bene di fregare il nome del sito a… un emigrato (io).

Cos’è successo? È presto detto. Ho scoperto solo oggi, per caso, dapprima con stupore, quindi con raccapriccio, che la Regione sarda si è appropriata proditoriamente del nome del mio blog. Di questo blog. SardegnaMondo, scritto esattamente così.

Registrandolo nel dominio di primo livello .it, si sono messi al riparo da una possibile contestazione legale. Non ho registrato il mio blog con quel dominio. Non è solo una questione ideologica, di allergia alla sigla IT; più che altro è la scelta di non spendere troppo denaro per un’attività gratuita e senza alcuno scopo di lucro, come questa.

Al di là della mia (relativa) leggerezza, mi chiedo come sia stato possibile. Posso provare a formulare delle ipotesi.

1) L’informatic* della RAS o pagat* dalla RAS che ha messo su il sito non si è accort* che in rete esisteva già un sito con quel nome. Possibile, ma improbabile. SardegnaMondo esiste dal 2007 e, con dominio .eu, dal 2014. È da molto tempo ben indicizzato, oltre ad avere accessi regolari nell’ordine delle migliaia ogni santo mese. Impossibile non imbattersi in questo sito anche solo con una banalissima ricerca su un motore di ricerca. Scarterei questa evenienza, dunque.

2) Chi ha realizzato il sito regionale ha visto subito che esisteva questo blog, ma ha verificato che non era registrato nel dominio .it. Trascurando del tutto la perfetta omonimia (anzi, magari apprezzando la scelta grafica, tanto da replicarla fedelmente), ha pensato di far prevalere il supremo interesse istituzionale sul banale interesse di un privato cittadino, senza considerare affatto la lunga attività di questo sito, i suoi frequentatori, il lavoro accumulato negli anni, ciò che rappresenta per chi lo cura e per chi lo segue. Questa seconda ipotesi è già più probabile.

3) La scelta di copiare di sana pianta il nome è stata consapevole, magari per lucrare un po’ sulla buona indicizzazione del sito già esistente o che so io (non sono sicuro che questo meccanismo sia plausibile, ma chissà…). Diciamo che non voglio arrivare a pensare alla mala fede e dunque lascio questa ipotesi sullo sfondo, come ultima opzione.

Sia come sia, anche nel caso migliore si tratta di una scorrettezza di pessimo gusto e, al contempo, voluta o meno che sia, di una prepotenza inammissibile. Se almeno chi di dovere avesse avuto la buona creanza di chiedermi un parere, o di farmelo sapere, non dico che avrei preso la cosa di buon grado, ma almeno non avrei avuto da ridire sui modi.

Se sul piano legale non ci sono appigli per contestare questa trovata, resta in tutta la sua interezza la questione etica e comunicativa. La Regione e l’assessorato competente non ci fanno una bella figura. Li invito cortesemente a rivedere questa scelta e a fare un minimo sforzo di fantasia per dare al sito una denominazione più originale o quanto meno non scopiazzata di sana pianta.

Non ho una grande concezione di chi occupa ruoli decisionali in Regione e non l’ho mai nascosto. Per ragioni politiche ed etiche, naturalmente, non certo personali o di genere opportunistico. Questa vicenda, sia pure minima, non mi sollecita a rivedere le mie posizioni. Anzi, forse, proprio perché di poco conto e marginale, segnala la distanza delle istituzioni dal mondo reale, da tutto ciò che esiste e si muove al di fuori della sua bolla autoreferenziale; e un po’ anche una certa dose di cialtronaggine che aleggia sempre ovunque agisca la politica sarda.

SardegnaMondo è qui e ci resterà ancora per un pezzo, finché sarà in mio potere consentirlo. Diffidate delle imitazioni!

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