Cando si pesat su bentu

Per non farci mancare nulla, a volte non ci accusino di essere fuori dal mondo, lo scorso fine settimana c’è stato un raduno degli alpini a Nuoro. Niente di sorprendente: è evidentissimo come i valori degli alpini coincidano con quelli tipici dei nuoresi. Soprattutto i valori alcolemici.

Per dare ancor più risalto alla manifestazione e ribadire – caso mai a qualcuno fosse sfuggito – quanto desideriamo essere accolti nella nobile e civile comunità nazionale italiana, qualcuno ha avuto la geniale pensata di ostendere un enorme bandiera tricolore sul Corrasi, la cima del monte di Oliena.

Purtroppo ci ha messo lo zampino il diavolo, e così una inopinata folata di vento si è portata via il bandierone. Che disdetta!

Chiaramente, questa è la notizia principale degli ultimi giorni. Molto più rilevante del traffico di armi nei traghetti passeggeri, dell’ultimo desolante rapporto CRENOS (fin troppo esplicito sulle debolezze strutturali della Sardegna), delle schifezze nascoste sotto il mare della Maddalena e di tutte le altre questioncelle aperte.

Per di più a confondere le idee a noi poveri sardignoli ci si mettono anche i giornali italici. Proprio oggi col Sole24ore, noto foglio anarco-insurrezionalista, viene spacciato in giro un dossier sulla Sardegna in cui si espongono alcuni fastidiosi dati economici (figuriamoci!) e si allineano commenti e propositi di alcuni sardi noti oltre Tirreno.

Ne viene fuori che quasi quasi la prospettiva dell’autodeterminazione della Sardegna risulta convincente. Roba da matti! Il vento che spazza via la bandiera italiana forse era un presagio? E chi lo dice ora ai tanti sardi che non riescono a pensarsi fuori dalle categorie  dell’egemonia televisiva italiana?

Ragazzi, non si può mai stare tranquilli!