Oziose distrazioni (di massa)

Uno dei tormentoni di questa fase dell’estate (evidentemente, in mancanza di meglio) è la denuncia scandalizzata del turista maleducato, con relativo codazzo di recriminazioni per tanta plateale dimostrazione di noncuranza. Verso i sardi e il loro orgoglio, ovviamente.

Gli ultimi casi riguardano la zona della Maddalena. Ricordiamo che i maddalenini sono quelli che salutarono l’ultimo convoglio di militari americani in partenza con un commovente striscione: “Ci mancherete!”. Fosse stato almeno ironico… Sono anche quelli che hanno votato in massa per Cappellacci alle ultime elezioni della provincia Sardiniae, salvo poi farlo scappare sotto protezione delle forze dell’ordine solo poche settimane dopo, causa alcune discrepanze tra promesse elettorali e dura realtà.

Insomma, l’orgoglio sardo – vero feticcio ideologico abilmente sfruttato dall’Egemonia – sembrerebbe grondare sangue per le numerose ferite infertegli dai visitatori poco rispettosi della nostra isola. Intendiamoci, le marachelle addebitate a motoscafisti esagitati e vandali da arenile sono quasi sempre vere e sono certamente insopportabili. Ma che dire della scarsa cura che noi stessi, così attenti alle gesta dei forestieri, riversiamo sulla nostra tanto amata isola? E’ un discorso già fatto: se non siamo noi i primi a ripettarci e a rispettare la nostra terra è del tutto inutile, e persino patetico, pretendere che ci rispettino gli altri. Il che vale per le cose piccole e per quelle meno piccole, per la sfera pubblica e per quella privata.

Fintanto che sentirò miei conterranei lamentarsi del rumore mentre sorbiscono un aperitivo perché un Canadair li sta sorvolando a bassa quota e finché vedrò facce contente nel constatare lo scempio di villette orripilanti e schifezze assortite che tanti furbi di casa nostra stanno spargendo sulle nostre coste (ma anche da altre parti), saprò che la guarigione è ancora lontana. La distrazione gratificante fornita dal potercela prendere col turista di turno non può nascondere la stupidità e l’ottusità della nostra inerzia, davanti alle porcherie che la quotidianità ci ammannisce.

Il tempo delle recriminazioni e delle rivendicazioni è finito da un pezzo. Vediamo di darci una mossa, gente, che il mondo non ci aspetta.

P.S. Ulteriore testimonianza, con relativi commenti, istruttivi anch’essi.