di Antonio Onnis
Ciao! Mi chiamo Antonio e secondo me Babbo Natale è sardo.
So che può sembrare strano, ma… in Sardegna al posto di papà si dice babbo e infatti il mio babbo Omar è sardo e quindi so per certo che BABBO NATALE È SARDO!!!
Ora vi dico come immagino sia Babbo Natale. Secondo me, e questa cosa vi potrà sembrare ridicola o addirittura imbarazzante, Babbo Natale indossa dei boxer gialli a pois rosa, una canotta rossa a righe e in testa porta una paglietta. Ha degli occhiali da sole e ai piedi calza delle infradito.
Viaggia su un surf naturalmente trainato da cinghiali e sapete cosa fa per farli correre? È risaputo che i cinghiali sono più testardi degli asini sardi e allora Babbo Natale tiene nella mano una canna da pesca dove, legata all’amo, c’è dell’insalata così i cinghiali corrono in avanti… o almeno così credo.
Babbo Natale abita in una casetta (forse sarebbe meglio dire una capanna) con i muri fatti di canne e il tetto di paglia. La sua abitazione è costruita sopra una grande piattaforma di legno che fa da pavimento sostenuta da pali: tipo una palafitta.
Questa casa-capanna-palafitta è arredata in modo semplice. C’è un piccolo bagnetto, tutto in legno, con una vasca in metallo, un lavandino in ceramica grezza dipinta di marrone chiaro.
Accanto si trova la stanza da letto arredata con un grande lettone e un armadio che contiene altri boxer gialli a pois rosa e tantissime pagliette.
La cucina è piccola, infatti ha solamente un forno a legna per cucinare. La sala da pranzo invece ha un grande tavolone al centro. Alla sinistra del tavolo c’è un armadio che contiene le forchette, i coltelli, i bicchieri, i piatti… A destra invece c’è una grande dispensa con tutti i cibi di cui Babbo Natale è goloso: calamaretti, gamberetti, cozze, vongole, granchi al sugo, polpi. Eh sì, Babbo Natale si tratta bene!!
Babbo Natale vero, quello sardo intendo, ha un gran bel vocione profondo. Se qualcuno passa vicino alla sua casa e bussa alla sua porta si sentirà dire: EIA???
Ma se ti avvicini ai suoi cinghiali lo sentirai gridare “MILLUMI’!” che proprio non so cosa voglia dire… lo chiederò a babbo Omar.