Vantaggi e svantaggi

Questo titolo campeggia a pag. 23 del Giornale di Sardegna di oggi, sabato 19 settembre.

 

L’intervento. Il presidente della Giunta elenca i vantaggi del sistema fiscale in arrivo

Sì a federalismo e insularità

Cappellacci: “Svolta storica”

“I costi derivanti dall’isolamento saranno misurati e compensati dallo Stato e dalla UE”

Perché metterlo in evidenza? Be’, perché è particolarmente significativo.

Di cosa sta parlando il presidente Nichele Cappellacci? Il buon uomo si trovava a partecipare ad un incontro sul federalismo fiscale, con i presidenti della regione Lombardia e della regione Campania. La questione sul tappeto era se e quanto avranno da perdere le regioni meridionali italiane (tra le quali evidentemente lo stesso Cappellacci ritiene sia compresa la Sardegna) dalla ventilata – e per ora non ancora avviata – riforma federalista dell’ordinamento giuridico italico.

Lasciamo perdere le obiezioni teoriche, giuridiche e pratiche alla riforma in sé. Qui si tratta di valutare come il massimo rappresentante istituzionale della Sardegna si ponga davanti alla questione e quali siano le sue conclusioni.

Pare di capire che il Nostro consideri favorevolmente l’operazione (non potrebbe essere diversamente: gli hanno detto di fare così e lui, diligentemente, esegue). Ne elenca i vantaggi, addirittura. E per avvalorare tale valutazione (effettivamente poco credibile) rivendica di aver ottenuto (lui, proprio lui) che lo Stato e l’Unione Europea “compenseranno gli svantaggi dell’isolamento”. Addirittura una “svolta storica”! Ricordiamo che questo tizio è lo stesso signore che pochi giorni fa, in occasione del vertice italo-spagnolo sull’isola della Maddalena, si è fatto fotografare tutto sorridente tra il suo datore di lavoro (il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni) e il premier spagnolo Zapatero, con tanto di pass al collo: ospite in casa propria. Occasione durante la quale, come già ricordato, l’Italia e la Spagna hanno stretto accordi sulle cosiddette autostrade del mare (ossia sull’incremento del traffico navale tra le due sponde est-ovest del Mediterraneo occidentale) ignorando tatalmente l’esistenza nel mezzo della Sardegna. Anche quello un bel risultato, non c’è che dire!

Forse è da lì che il povero Nichele ha tratto la conclusione che la Sardegna soffra di questo maledetto isolamento che qualcun altro deve compensare. Ovvero si è semplicemente affidato alla visione consolidata di un’Isola marginale e periferica, condannata alla separatezza economica e culturale, oltre che geografica.

Ma isolamento da chi e da che cosa, bisognerebbe chiedersi. La Sardegna è marginale e periferica solo se la si considera con lo sguardo strabico e decisamente miope dell’autonomia regionale, del vincolo politico allo stato italiano. Certo che siamo marginali e perifierici per l’Italia: se ne accorgerebbe anche un bambino di tre anni guardando una cartina geografica! Ma la faccenda assume contorni diversi se invece apriamo il nostro sguardo ad un orizzonte più ampio. D’improvviso ci rendiamo conto che non siamo la periferia di nessuno. La Sardegna è nel bel mezzo del Mediterraneo occidentale, da millenni crocevia di traffici via mare. Cos’è, solo adesso d’improvviso è diventata irraggiungibile? Non vorrà dire qualcosa il fatto che le nostre coste distano più o meno lo stesso numero di miglia marine da Barcellona, Marsiglia e Genova?

Insomma, qua ha buon gioco la solita sindrome da minus habens dei nostri politicanti. Sindrome abilmente propalata e rinforzata da chi detiene il controllo dei media e dei ruoli di potere in Sardegna. Per lo più con interessi poco limpidi e in diversi casi per conto terzi.

Il fatto di aver piagnucolato (ma guardate come i media del padrone ribaltano propagandisticamente la frittata) fino ad ottenere la promessa di essere mantenuti nella nostra condizione subalterna, con la concessione generosa di un’elemosina, dovrebbe riempire di gioia i sardi. Che così torneranno finalmente a sorridere.