Per fortuna ci pensano loro!

La Lega Nord, partito sbarcato ambiziosamente anche in Sardegna, lamenta per voce del suo rappresentante sull’Isola, tale Fabrizio Pirina, la preferenza data dalla coalizione di centrodestra al PsdAz, per le prossime elezioni provinciali.

«Faccio anche a nome del ministro Zaia» avrebbe detto Pirina «i complimenti al presidente Cappellacci. Ma come fa a scegliere il Psd’Az al posto della Lega, che con il Pdl è alleata dappertutto e che ha salvato il Pdl e il governo Berlusconi alle ultime elezioni?». Così riportano le cronache.

Pirina, nella sua esternazione, prosegue in questi termini: «[…]è già stato riferito tutto a Bossi e lui ne parlerà a Berlusconi, la valutazione sarà fatta in tavoli molto più importanti di quelli della Sardegna». Ma cerca anche di rassicurarci: «la Lega non presenta proprie liste per fare conquista ma per dare una mano a noi sardi».
Eh, dovremmo proprio ringraziare. Altro che puzza sotto il naso!

La denuncia è chiara: la Lega conta di più del PsdAz, a livello italiano. Ossia, il livello a cui si decidono le sorti dei sardi. Altro che illusioni autonomiste e neo-autonomiste. Questo si chiama parlar chiaro!

Ma ciò che preme sottolineare è altro. Questa vicenda esplicita chiaramente quale sia il ruolo e la considerazione della Sardegna in Italia. Un luogo sottomesso, una provincia, nel senso giuridico romano del termine, le cui sorti dipendono da decisioni altrui. Una popolazione minorata, bisognosa di tutela e sostegno.

Che sia un sardo a farsene portatore non può meravigliarci più di tanto. Lo stesso presidente della Regione Autonoma, non molto tempo fa, diceva chiaro e tondo a un suo interlocutore italico che il vero problema della Sardegna siamo noi sardi. Non sarà questo il motivo di un eventuale attrito con la Lega. Né con il governo italiano. Figuriamoci! Le magagne nascono nei giochi di potere, nelle alchimie da sottogoverno proconsolare, che stanno molto a cuore ai rappresentanti dei partiti italiani in Sardegna e ai loro alleati autonomisti.

Cosa significhi questo in termini di soddisfazione degli interessi collettivi e dei bisogni dei sardi è abbastanza evidente, si spera, da non dover essere spiegato.

O forse no. Forse invece c’è molto bisogno di spiegazioni, di articolare una discorso critico radicale che faccia alzare questa nebbia fitta (come in Padania?) di non-senso e ottundimento spirituale.

“Nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro consenso”, diceva Eleanore Roosevelt. Mi piace questa massima e la ripropongo spesso. Il nostro problema, però, è che tale consenso l’abbiamo dato a suo tempo e non ce lo siamo ancora ripreso!