Dagli amici mi guardi Iddio…

Pochi mesi fa, in risposta alle lamentele (un po’ da sudditi, bisogna dire) per l’esclusione dei sardi dalla compagine governativa italiana, uno dei miracolati isolani ascesi al parlamento replicò che il problema non sussiste, suffragando tale asserzione con l’argomento dirimente della sardità (ad honorem?) del più importante dei membri del governo, il Presidente del Consiglio in persona. Con un amico come lui alla guida del paese, la Sardegna avrà solo da guadagnarci: Lui è lì per fare i nostri interessi, anche quando non sembra. Questo era il senso della dichiarazione.

Da allora ci siamo tranquillizzati, consci della buona sorte capitataci.

Infatti, a riprova dell’interesse nutrito dal Presidente del Consiglio italo/sardo per la nostra terra, nonostante la mole di impegni di cui deve farsi carico (evitare processi, impedire la diffusione delle intercettazioni legittimamente effettuate dalla magistratura, cercare il modo di annacquare il famigerato e disumano art. 41/bis del codice penale, favorire in tutti i modi i propri interessi e quelli degli amici suoi, ecc.), il Nostro, personalmente o per bocca dei suoi fidi collaboratori, si è ripetutamente occupato di noi. Così è emersa la Sua preoccupazione per lo stato dei lavori relativi alle strutture che nel 2009 dovranno accogliere e ospitare il summit dei G8, alla Maddalena, dicendosi propenso a sollevarci da tale oneroso impegno per affidarlo a qualcuno certamente più capace; quindi, per venire incontro alle esigenze dei sardi, ha deciso di concederci il privilegio di ospitare una bella centrale nucleare e, in omaggio, tutte le scorie radioattive, passate e future, prodotte in Italia; infine (notizia di questi giorni), per supplire alle mancanze del governo regionale, giacché è evidente la difficoltà di noi isolani nel badare a noi stessi, ha fatto ventilare l’ipotesi di eliminare dall’ordinamento giuridico italico (non è ancora chiaro con quali mezzi) lo status di regione speciale così frettolosamente concesso nel 1948 alla Sardegna. Tutto per il nostro bene, s’intende.

Che bello avere un Presidente del Consiglio sardo (o naturalizzato, è lo stesso). E chissà quante altre attenzioni ci riserverà di qui all’anno prossimo. Magari riuscirà persino a mettere a capo della regione sarda un suo dipendente di fiducia.

Attendiamo speranzosi. Viva l’Italia e il suo governo!