Il presidente del consiglio italiano in pectore accoglie l’amico Putin (lo zar di tutte le Russie) nella sua residenza coloniale. Il papa fa un viaggetto negli Stati Uniti (dove sarebbe incriminato per faccenduole tipo la protezione di pedofili acclarati, ma va be’) e viene ricevuto, primo pontefice nella storia, direttamente alla Casa Bianca dal presidente G.W. Bush. Grandi manovre di assestamento, in vista di un autunno che si prospetta caldissimo, per varie ragioni. Basterebbe a confortare tale previsione la data delle elezioni presidenziali statunitensi (in novembre, appunto). Cosa avranno da concordare tali esimi personaggi? Quale idea di mondo e di umanità potranno mai condividere? Si potrebbe anche azzardare una risposta, ma l’atmosfera è già abbastanza pesante, perché ci sia bisogno di aggiungerci un altro po’ di tetraggine.
Ah, poter essere invisibili e ubiqui, per spiarne a piacimento le conversazioni riservate!
Certo è che, qualsiasi cosa decidano, stabiliscano, condividano quei quattro lì, avrà poco a che fare col bene comune dell’umanità. In ogni caso, entro pochi mesi, anche senza conoscerne i presupposti dialettici, le conseguenze concrete di questi colloqui saranno ben palesi a tutti.
Teniamoci forte e prepariamoci al peggio.