Questo, ciò che succede oggi e ciò che seguirà potrebbero essere giusto il preludio di ciò che ci aspetta nel prossimo futuro. Non solo in Sardegna, beninteso. La crisi finanziaria mondiale (di cui non si capisce se sia finita o no) è solo un aspetto di una crisi di sistema che non ha ancora mostrato le sue ricadute peggiori (come qualcuno paventa). Ritenere possibile che in Sardegna si trovi la quadratura del cerchio, magari affidandosi all’aiuto (mai stato generoso, nemmeno in tempi di vacche grasse) da parte della matrigna italica, ormai fa persino ridere (per non piangere). Così, che si può pensare dell’ennesima messinscena mediatica del povero Nichele Cappellacci? Che doveva cercarsi sceneggiatori più abili? O recitare in modo più credibile la sua parte?
Il problema risiede, in buona misura, nella perdurante condizione di rimbecillimento in cui versiamo. Benché ci siano segnali di resipiscenza, molti sardi ancora si aspettano soluzioni vecchie e impraticabili a problemi strutturali che richiedono un ribaltamento sistemico. In questo, tratti in inganno sia dall’apparato mediatico (la cui azione deprivante sta continuamente spostando i limiti del sintagma “mai caduti così in basso”), sia dai sindacati (che in Sardegna rivestono da troppo tempo un ruolo funzionale al sottosviluppo indotto degli ultimi sessant’anni).
In compenso, ecco che dal cilindro del Palazzo emerge un’idea sensazionale: rispolverare la questione linguistica! Tale meritoria e veramente inedita iniziativa è stata prospettata dalla presidentessa del Consiglio Regionale. Una donna che raramente dà l’impresione di comprendere fino in fondo il senso delle parole che le fanno usare. Visto che i sardi minacciano di risvegliarsi, a forza di calci negli stinchi e dita negli occhi, dal letargo in cui “su populu fit sepultadu”, meglio buttargli lì un bell’osso su cui accapigliarsi, come solo noi sappiamo fare. Non c’è che dire: tempistica perfetta.
Nel frattempo: 1) nessun problema strutturale della Sardegna verrà non dico risolto ma nemmeno affrontato; 2) la questione linguistica continuerà a marcire e a generare frutti amari.
E per fortuna che tra un mese o poco più ricomincia il campionato di calcio!